La nomenclatura degli oggetti celesti segue regole ben determinate a livello internazionale. Noi non diamo il tuo nome alla stella, ma ti indichiamo quale stella del cielo sia la tua “buona stella”, quella che poi nel nostro cielo resterà sempre e solo la tua.
Ci sono però molti siti che vendono servizi di associazione del nome di una persona ad una stella… questa è una truffa, se non vanno a specificare che è un semplice gioco!
Non ci sono servizi a livello internazionale riconosciuti dalla comunità astronomica che possano elencare le stelle con i nomi “assegnati” da questi servizi fuorvianti. Per cui, chi crede il contrario, sta semplicemente arricchendo dei “venditori di fumo”.
I nomi degli oggetti celesti sono assegnati dall’IAU - International Astronomical Union, l’unico organismo internazionale preposto a tale compito.Le stelle che abbiano un loro “nome proprio” sono poche (circa 350), e tale nome risale a diverse centinaia (se non migliaia) di anni fa. Solitamente questi nomi fanno riferimento a divinità, eroi, particolari della costellazione a cui appartengono o particolari periodi dell’anno in cui sono visibili.
Ci sono solo un paio di casi in cui il nome comune delle stelle sia associato a persone realmente vissute: un esempio è la stella principale della costellazione dei “Cani da caccia”, chiamata Cor Caroli. Questo nome era stato assegnato alla stella da parte del fisico Charles Scarborough in onore di Carlo I, ucciso nel 1649 durante la guerra civile inglese. Viene riferita anche a Carlo II Stuart, che governò dopo Carlo I e che restaurò il trono inglese. Il nome Cor Caroli (Cuore di Carlo) era entrato in uso comune e, quando venne formalizzato l’elenco delle stelle con un proprio nome si decise di mantenere questa dicitura ormai in uso.
Un secondo caso, più curioso, è sicuramente quello legato alle stelle Sualocin e Rotanev. Queste due stelle comparvero con nome proprio solo con la pubblicazione nel 1803 e nel 1814 di due cataloghi stellari a cura dall’Osservatorio di Palermo. A tale progetto aveva lavorato Giuseppe Piazzi e aveva collaborato, come astronomo, Nicolò Cacciatore. Quest’ultimo pensò bene di “nascondere” il proprio nome tra le stelle in un modo un po’ fantasioso:Sualocin e Rotanev, scritti al contrario, diventano infatti Nicolaus Venator ovvero la latinizzazione proprio del nome Nicolò Cacciatore!
Se vuoi approfondire meglio le regole con cui sono associati i nomi agli oggetti celesti, ti consigliamo il link a Wikipedia relativo alla “nomenclatura
astronomica”, oppure direttamente i link alle due pagine dedicate proprio sul sito dell’Unione Astronomica Internazionale: “Buying Stars and Star Names”, in cui il massimo organo internazionale si dissocia esplicitamente da tali truffe, e “Naming of Astronomical Objects”, dove sono presenti le regole per l’assegnazione dei nomi agli oggetti celesti.
Per onore di cronaca, gli unici oggetti che possono avere nomi riconducibili a persone “in carne ed ossa” e magari anche viventi sono le comete e gli asteroidi.
Nel caso delle comete, il loro nome, oltre ad un codice identificativo dato dalla tipologia di oggetto e il riferimento all’anno e periodo dell’anno della scoperta, può portare il nome dello scopritore. Per gli asteroidi, anche in questo caso, oltre ad un codice numerico, si può associare il nome dello scopritore o il nome di una persona, o nome comune, proposto dallo scopritore stesso. In quest’ultimo caso però sono da rispettare comunque delle regole: ad esempio non si può associare ad un asteroide il nome di una marca commerciale, di un politico o di persone ritenute comunqunente “negative” (es: dittatori, guerrafondai, ecc.).
Nel nostro caso, nel 2016, abbiamo dedicato (in accordo con lo scopritore Vittorio Goretti) l’asteroide 79826, che ora si chiama appunto 79826 Finardi, come ricordato anche dalla pagina dedicata al cantautore su Wikipedia. L’assegnazione è avvenuta dopo attenta analisi da parte dell’ IAU delle motivazioni da noi proposte.